Il 21 aprile scorso, per la celebrazione della Giornata mondiale dell’emofilia, Fondazione Paracelso ha organizzato a Milano il suo convegno annuale dal titolo “Malattia. Trasformiamola in energia”.
L’insorgere di una malattia in un individuo coinvolge sia il fisico della persona che ne è colpita, sia l’ambito sociale in cui quella persona vive. La nozione di malattia, in effetti, ha numerose sfaccettature che travalicano gli individui e comprendono il quadro culturale di riferimento, dal quale è definita e determinata.
Sul palco dell’evento di Milano si sono alternati i relatori invitati che, ognuno per le proprie competenze e specializzazioni, hanno affrontato il tema della malattia da punti di vista diversi. Molto interessante l’intervento iniziale di Federico Perozziello, pneumologo e storico della medicina, che ha aperto la mattinata con un intervento dal titolo Antropologia della Salute e della Malattia. La malattia nella sua evoluzione storica: dalle antiche credenze, agli stregoni fino all’interpretazione filosofica dei nostri giorni su cosa significa malattia e sul concetto di salute dove, in particolare negli ultimi anni, si è passati da un’idea di salute basata sull’assenza di malattia a un’idea di benessere fisico, mentale e sociale da promuovere; dove da un’idea di salute basata sull’assenza di malattia si sta discutendo sempre più di benessere fisico, mentale e sociale da promuovere.
A Perozziello è seguito l’intervento di Lorenzo Mantovani, docente di Sanità pubblica, che ha fornito un’interessante prospettiva “economica” della malattia, fra costi sanitari e scelte etiche, sollevando molti dubbi riguardo i tagli orizzontali nel Sistema Sanitario Nazionale per ridurne i costi.
È stato poi il turno di Antonella Delle Fave, docente di Psicologia generale, e di Luca Negri, psicologo e ricercatore dell’Università degli Studi di Milano, che hanno presentato i primi risultati del nostro progetto Resilienza, centrato sulla capacità della persona di affrontare le avversità della vita, di superarle, di uscirne rinforzata e addirittura trasformata positivamente. Le premesse dello studio sulla resilienza affondano infatti le loro radici in un cambiamento significativo che interessa l'approccio terapeutico, oggi rivolto sempre più alle risorse dell'individuo, ai suoi lati forti, alle sue potenzialità, come punti di leva per supportarne la crescita personale e l'inserimento sociale.
I lavori della giornata si sono conclusi con proiezione del video realizzato in occasione della New York City Marathon, alla quale hanno partecipato cinque atleti emofilici (alcuni con protesi) che sono riusciti ad arrivare al traguardo della corsa più famosa del Mondo.