L'emofilia è veramente rara? Di sicuro non nel cinema e nella letteratura, a giudicare da quello che si trova con una ricerca in rete.
Ovviamente, numerosi i film, i documentari, i saggi e i romanzi sulla regina Vittoria, i Romanov, lo zarevic Aleksei e Rasputin. D'altra parte, quella della regina Vittoria e della sua nutrita discendenza è una vicenda affascinante, quasi materia da gossip storico: nel corso del suo regno, il più lungo nella storia della monarchia britannica, l'ultima sovrana della dinastia degli Hannover vide i suoi numerosi figli e ancor più numerosi nipoti (ben 34 quelli giunti all'età adulta, ragione per cui Vittoria venne soprannominata "la nonna d'Europa") disseminarsi fra le case reali europee. Il penultimo dei nove figli, Leopoldo, era emofilico, e due delle figlie, Beatrice e Alice, erano portatrici sane, come la stessa Vittoria. I matrimoni con esponenti delle dinastie regnanti in Germania, Spagna e Russia contribuirono ad alimentare la leggenda dell'emofilia "malattia dei re". Si dovette attendere fino al 1910 perché il biologo e genetista americano Thomas Hunt Morgan (1866-1945), premio Nobel per la medicina nel 1933, scoprisse il meccanismo genetico di trasmissione ereditaria. 

Una piccola annotazione: sul sito The official website of The British Monarchy, nel pur lungo e articolato profilo della regina Vittoria non c'è il minimo accenno alla presenza dell'emofilia nella linea familiare: dimenticanza o problema di  accettazione della malattia?

Recentemente, con il ritorno in auge del vampirismo, i motori di ricerca restituiscono numerosi rimandi a "emofilia porfirica", che nulla ha a che fare con l'emofilia e nemmeno con la porfiria, un'altra patologia.

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L'emofilia sembra comunque fonte di ispirazione di scrittori e registi.

Fra le citazioni illustri merita senza dubbio una menzione il racconto del grande scrittore di fantascienza Ray Bradbury, A Careful Man Dies, contenuto nella raccolta A Memory of Murder (trad. it. Morte di un uomo prudente, in Omicidi d'annata, Mondadori, 1984), recentemente trasposto in film (A Very Careful Man, 2010) diretto da Charlie Simmons.

La fantascienza è evidentemente un campo congeniale: nella storica collana Urania troviamo un'altra opera di narrativa, Le Amazzoni di Sam Merwin Jr. (1955) dove compare l'emofilia.

In Provaci ancora Sam, Woody Allen minacciato da Linda (Diane Keaton) con una pistola, la implora: "Non premere il grilletto, sono emofiliaco!".

Già, dice proprio così, emofiliaco, come la maggior parte delle persone. Tranne gli addetti ai lavori: coloro che ne sono affetti e i medici che li curano parlano unanimemente di emofilici.

Nel film La vita privata di Sherlock Holmes, di Billy Wilder, l'arguto Sherlock dice: "C'è l'emofilia nella mia famiglia" nell'intento di scoraggiare le avances di un'affascinante milady che si scoprirà essere spia inviata dal Kaiser Wilhelm. Nel finale compare anche la regina.

Affetto da una forma lieve di emofilia era il famoso divo del cinema Richard Burton, noto oltre che per i tanti ruoli importanti sullo schermo e in teatro, anche per l'articolata vicenda sentimentale con Liz Taylor, che si snoderà fra plurimi matrimoni e divorzi. L'attore gallese costituì nel 1964 il Richard Burton Hemophilia Fund, ente per la raccolta di fondi a favore della ricerca, ma a parte questo la sua condizione di emofilico venne trattata con riservatezza.

Un concentrato ad alta esplosività emerge dal thriller Diabolica in cui si indaga su una prostituta emofilica deceduta a causa di una feroce aggressione con furto della borsetta dove teneva le medicina salvavita. Nella vicenda la protagonista è la sorella portatrice che si assume un compito vendicatore. Viene catturata grazie a due elementi: un'indagine genetica che evidenzia la "mutazione del cromosoma X, inversione dell'introne 22 nel gene del fattore VIII" e a un onniscente database FBI degno del Grande Fratello (Numbers, stagione 6, ep. 13, serial trasmesso nel 2012 da Fox Crime).

Nel numero 16 (anno XII) del 1973 del fumetto Diabolik un bambino emofilico viene rapito da un gruppo di banditi e salvato dal protagonista.

Nel corso dell'episodio 13 dell'ottava stagione della serie tv americana Criminal minds si parla di emofilia.

Nel film Zona d'ombra (2015) - diretto da Peter Landesman - il dottor Omalu, impersonato da Will Smith, è un valente e sensibile anatomo-patologo. Nei primi 5 minuti si parla di emofilia, come possibile causa di strane sintomatologie in famosi sportivi, ma con evidenti errori tecnici. Un'occasione persa per fare buona e corretta informazione.

Nel film Mistero a Crooked House (2017) - diretto da Gilles Paquet-Brenner - Glenn Close pronuncia la frase al vetriolo "Le talpe sono emofiliache, hanno sangue cattivo. Come certi reali europei." Il suo dinamico personaggio, in quella scena, brandeggia con nonchalance un potente fucile da caccia.

 

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