4 luglio 2017
Prendiamo spunto da un recente incontro organizzato da Salute Donna Onlus e da altre 14 Associazioni di pazienti oncologici per ritornare, dopo un po’ di tempo, su un tema particolarmente caro a Fondazione Paracelso: il rapporto tra medico e paziente. Una relazione che, con l’affermarsi delle terapie personalizzate, della medicina di precisione o di altre possibili terapie innovative, dovrà trasformarsi in una vera e propria alleanza tra chi cura e chi è curato.
Il punto di partenza è il diritto di essere informati. L’informazione al paziente riveste infatti un ruolo fondamentale per assicurare trasparenza, condivisione e partecipazione attiva al percorso terapeutico. Il passo successivo è la condivisione con il paziente delle strategie e delle scelte terapeutiche specifiche per preparare il paziente a rispondere tempestivamente a cure a volte molto complesse e per informare e discutere con il personale medico di eventuali effetti collaterali.
Un’altra area della relazione medico-paziente da valutare con attenzione è quella della partecipazione dei pazienti ai trial clinici. In questo ambito, diventa indispensabile fornire informazioni accurate, per iscritto e con un linguaggio che sia comprensibile per il paziente. Il rispetto di ogni singolo individuo non può infatti essere superato in alcun modo dall’interesse della ricerca, della medicina o dello sviluppo industriale. Senza contare che in questo ambito specifico, una buona comunicazione può produrre grandi benefici in termini di soddisfazione del paziente, di riduzione di ansia e di migliore cooperazione con il medico.
Per favorire e coadiuvare le relazioni tra personale sanitario e pazienti un ruolo molto importante può essere giocato dalle Associazioni di pazienti. Spesso infatti i pazienti stessi vanno educati nella loro relazione con il medico e le associazioni possono fargli superare le diffidenze o i timori che possono nascere nell’affrontare determinate tematiche con il personale medico. Per questo Fondazione Paracelso, così come altre associazioni che operano a fianco dei pazienti, ritiene che sia indispensabile accompagnare i pazienti nel dialogo con il personale sanitario per renderlo maggiormente consapevole della propria condizione e più predisposto all’interazione e all’alleanza con il medico di riferimento.