9 maggio 2017

 

In un momento dove si parla molto spesso sui giornali e sui social media di argomenti scientifici complessi, dove sembra che chiunque possa dire qualsiasi cosa, Fondazione Paracelso ha voluto capire il grado di conoscenza e percezione dell’emofilia nella popolazione italiana. L’indagine, realizzata da EMG Acqua Group nello scorso mese di aprile su un campione di 2.000 individui adulti rappresentativo della popolazione residente per sesso, età, istruzione e area geografica, e distribuito su oltre 700 comuni italiani, ha evidenziato come solamente meno della metà degli intervistati (il 46,9%) abbia sentito parlare dell’emofilia. Di questi, solo il 4,9% conosce persone affette da emofilia, mentre il 5,7% dice di sapere quanti siano gli emofilici in Italia.

Interessante notare come i giovani conoscano meno – solo il 33,3% del campione sotto i 35 dice di sapere cos’è l’emofilia – e come al Nord Est e tra la popolazione femminile la patologia sia più conosciuta – 61,3% e 49,8% rispettivamente.

Tra coloro che dicono di conoscere l’emofilia, alla domanda “Se dovesse descrivere in poche parole di cosa si tratta?”, il 41,6% del campione ha risposto “un problema di coagulazione”, il 31,4% “una malattia/problema del sangue”, il 9.5% “una perdita di sangue non controllabile”, il 4,8% “una malattia ereditaria”, il 3,5% “una malattia genetica”, l’1,9% “una malattia generica”, l’1,3% “un problema di cicatrizzazione”, l’1,2% “la mancanza di piastrine” e oltre il 10% non lo sa.

Approfondendo ulteriormente alcuni aspetti dell’emofilia, emerge molta confusione: il 71,5% dice che è una malattia genetica, ma solo il 54,2% sostiene che è di origine ereditaria; il 70,6% afferma che è una malattia curabile ma c’è ancora un 8,8% degli intervistati che ritiene l’emofilia una malattia contagiosa. Infine il 70,1% ritiene che un emofilico possa praticare dello sport.

Questi dati ci confermano qualcosa che potevamo intuire, ma che oggi possiamo affermare concretamente, cioè che il grado di conoscenza dell’emofilia, ma estendibile ad altre patologie o a tematiche complesse, nella popolazione italiana è molto basso e che c’è ancora molta strada da fare per far crescere una cultura scientifica nel Paese, oggi molto carente. E la nostra, purtroppo, non è la sola indagine a confermare questo aspetto.  

 

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