22 novembre 2016

 

Contro tutte le previsioni della vigilia Donald Trump stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America, dopo otto anni di amministrazione Obama. A leggere il programma elettorale del neo eletto Presidente non c’è dubbio: la riforma sanitaria, fortemente voluta dal suo predecessore, che ha tentato di ampliare la fascia di protezione sanitaria della popolazione americana, e che è costata anni di battaglie congressuali da parte dei Democratici, potrebbe avere i giorni contati. Al suo posto si prevede una liberalizzazione tout court accompagnata da una defiscalizzazione delle polizze assicurative, oltre allo stop all'assistenza sanitaria agli immigrati irregolari.

Su quest’ultimo punto sono emblematiche alcune sue frasi: “Fornire assistenza sanitaria agli immigrati illegali ci costa circa 11 miliardi di dollari l’anno – dice Trump – e se dovessimo semplicemente limitare la concessione sfrenata di visti in questo Paese, potremmo alleviare di molto il costo dell’assistenza sanitaria che preme sui governi statali e locali, e quindi sugli americani”. “Per ridurre il numero di individui che hanno bisogno di accesso alle cure ci sarà bisogno di creare programmi per far crescere l'economia e portare posti di lavoro in America”. “Il miglior programma sociale è sempre stato prendersi cura della nostra economia, in questo modo potremmo ridurre la nostra dipendenza del pubblico nei programmi di salute”.

In poche parole un welfare strettamente legato alle performaces economiche.

Ma c’è un altro aspetto inquietante dell’elezione di Trump alla guida degli Stati Uniti: le sue esternazioni in tema di vaccinazioni, con l’avvallo del legame fra vaccini e autismo e con le dichiarazioni di aperta contrarietà al fatto che i bambini “debbano ricevere una dose massiccia di tanti vaccini”.

Su questo tema segnaliamo un interessante articolo su Saluteinternazionale dove si evidenzia come la perdita di fiducia nella mediazione dei rappresentanti eletti coinvolga qualsiasi forma di autorità, non solo quella politica: anche la scienza, come abbiamo più volte sottolineato su questa newsletter, è diventata uno “strumento in mano a qualcuno che la manovra a suo piacimento” con la conseguenza di una perdita automatica di credibilità.

E il ruolo del web è stato determinante per questo modo di pensare: si diffonde la disinformazione, nascono le teorie del complotto e si alimenta il populismo. E l’elezione di Donald Trump alla guida della più importante potenza economica e militare del Pianeta è un esempio che dovremmo avere molto ben presente.

 

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