11 ottobre 2016


Si è tenuta la scorsa settimana a Milano, presso l’Università Bocconi la quarta edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, un appuntamento molto atteso da chi si occupa di sostenibilità, di terzo settore e di rapporti fra profit e no-profit, e considerato il più importante evento in Italia dedicato a questi temi.

Il titolo dell’edizione 2016 era Cambiamento Coesione Competitività.

Cambiamento - perché è necessario innovare e innovarsi per rispondere alle richieste di una società in rapida trasformazione.

Coesione - per sottolineare il ruolo importante che le relazioni sociali a tutti i livelli hanno per lo sviluppo delle singole organizzazioni ma anche del Paese.

Competitività - perché grazie alla capacità di innovare e all’impegno per una maggior coesione sociale le organizzazioni possono affrontare meglio le sfide di un mercato sempre più complesso.

Con oltre 140 organizzazioni registrate tra profit, no profit e fondazioni, le due giornate milanesi hanno visto 250 relatori discutere dei temi legati alla responsabilità sociale in oltre 60 eventi.

Negli incontri si è parlato di giovani, di economia circolare, di welfare, di etica, di imprese e territorio, di carceri, di reti d’impresa, di innovazione e di molto altro. Argomenti fondamentali per una crescita della società – soprattutto culturale –, in cui le diverse componenti si possono e si devono integrare al di là del business e dei possibili ritorni economici. Un cambiamento di paradigma importante.

Nel complesso, il Salone della CSR e dell’innovazione sociale si è dimostrato anche quest’anno a livello delle aspettative delle tante realtà presenti.

Tra i molti dibattiti, un accenno va fatto per quello riguardante la riforma del terzo settore approvata dal Parlamento nel giugno scorso. In attesa dei decreti attuativi, il contenuto della legge continua infatti ad essere oggetto di discussione, nei suoi aspetti positivi e in quelli negativi. Un dibattito che vede al centro dell’attenzione anche la valutazione dell’impatto sociale delle attività realizzate dalle organizzazioni non profit, della sua misurazione e rendicontazione. Il passaggio cruciale è l'adozione di un modello di valutazione e calcolo che sia gestibile dagli enti non profit e dalle imprese sociali. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali deve quindi predisporre linee guida in materia di bilancio sociale e di sistemi di valutazione di impatto sociale delle attività svolte che tenga conto della diversità e della molteplicità delle organizzazioni che operano nell’ambito del no-profit.

 

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