22 marzo 2016


Sicuramente avrete letto nei mesi scorsi le polemiche nate in seguito all’ingresso di Uber in Italia e in Europa. In molte città italiane e in molte capitali europee i taxisti sono scesi in piazza contro la società che propone un servizio con conducente senza necessità, per il guidatore, di avere una licenza.

“Raggiungi la tua meta”, “Richiedi la tua corsa con un semplice tocco”, “Disponibile ovunque e a qualsiasi ora”, “Dal low-cost al lusso”. Così sul sito internet di Uber Italia.

Ma ecco che società che operano con lo stesso spirito di Uber stanno affacciandosi al mondo della sanità per venire incontro a un’esigenza specifica della popolazione: negli ultimi anni infatti molti medici hanno perso l’abitudine di fare le visite a domicilio e chi necessita di un parere medico si vede costretto molto spesso ad andare o in ambulatorio o in ospedale.

In un recente articolo di Gavino Maciocco su Saluteinternazionale è infatti apparsa la notizia che negli Stati Uniti, ma anche in Inghilterra e in Portogallo, sono già operative società che, con una semplice telefonata, in breve tempo inviano un medico direttamente a casa per una visita. E i costi delle visite sono molto bassi.

In alcuni casi, a San Francisco o New York per esempio, la visita medica può essere effettuata anche sul luogo di lavoro, e in altri Paesi si sta diffondendo la possibilità di interagire con equipe mediche direttamente da casa via telefono, via sms, via Skype o via e-mail.

Sempre negli Stati Uniti sono oltre 2.000 le cosiddette Retail Clinics, ambulatori con prezzi molto bassi, aperti 24 ore su 24 e localizzati spesso all’interno di centri commerciali che oggi erogano già più di sei milioni di visite l’anno.

Una rivoluzione per rapporto a come siamo abituati a gestire il rapporto con il medico o con la sanità più in generale.

Ma quali le considerazioni su questo modo “diverso” di intendere la sanità?

L’articolo di Gavino Maciocco mette in risalto alcune positività del nuovo approccio legate alla risposta a un bisogno degli utenti, all’effettiva comodità nell’utilizzo dei servizi medici a domicilio e al fatto che queste innovazioni possono rappresentare un’opportunità e uno stimolo verso un cambiamento del sistema sanitario e del rapporto medico-paziente. Ma ci sono anche aspetti negativi che vanno monitorati e controllati: il basso costo delle prestazioni di fatto può portare a uno sfruttamento dei medici e a salari molto bassi. Inoltre sembra mancare uno strumento di controllo sulla qualità delle prestazioni e sull’effettiva preparazione dei medici.

A quando tale sistema anche in Italia? E come verrà recepito da medici e pazienti?

 

Leggi l’articolo su Saluteinternazionale.

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