12 gennaio 2016


Inizia un nuovo anno pieno di buoni propositi.

Un 2016 in cui cercheremo di sviluppare i nostri progetti in modo da fornire ai pazienti un sempre maggiore sostegno. Sempre di più infatti sono coloro che, vuoi perché colpiti dalla crisi economica vuoi perché interessati a superare l’ostacolo della malattia, si rivolgono a noi per avere assistenza o per confrontarsi e trovare delle soluzioni che gli permettano di vivere meglio.

Molti sforzi sono rivolti ai più piccoli, perché pensiamo che sia da lì che bisogna cominciare. Il progetto Cpì – Cominciamo da piccoli – si allarga: alle 12 mediatrici familiari già attive in altrettante città, si sono recentemente aggiunte Paola Speziale e Alessandra Moscato, che si occuperanno rispettivamente dell'area Marche e Sicilia occidentale. Il progetto è così attivo in 14 città, ma ulteriori richieste ci stanno giungendo da altre parti dell’Italia, e nei limiti economici che un progetto del genere impone, cercheremo di venire incontro alle esigenze di tutti.

Anche il progetto Sans frontières Italia ci assorbirà molto in questo 2016. Per molti emofilici l’accesso alle cure non è infatti così semplice come dovrebbe: contattare e coordinare le strutture sanitarie, organizzare gli spostamenti da una struttura all’altra, o procurarsi gli ausili per la deambulazione spesso rappresentano un vero e proprio percorso ad ostacoli. Per questo Fondazione Paracelso fornisce ai pazienti assistenza logistica e organizzativa, assumendosi anche i costi per i quei pazienti che non possono permetterselo.

Ma non solo, anche le altre iniziative verranno sviluppate con passione e nell’ottica di venire incontro alle esigenze dei pazienti. In questo modo cercheremo di continuare a portare aiuto in quei Paesi dove stiamo già operando: Afghanistan e Zambia. Così come continueremo nell’impegno per il progetto Hope, indispensabile per acquisire consapevolezza della propria condizione, in modo da portare i pazienti emofilici e le loro famiglie a un grado di controllo della propria vita tale da poter poi trasmettere ad altri quanto vissuto e interiorizzato.

I tempi sono comunque non facili e nel 2016, proprio per tenere alto il livello delle nostre attività, svilupperemo nuove attività di fund raising e di comunicazione per farci conoscere e per creare consapevolezza nei confronti di una malattia considerata rara, ma che in effetti interessa un numero non indifferente di persone nel nostro Paese.

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