27 gennaio 2015


Appena prima di Natale è stato pubblicato da Saluteinternazionale un articolo a firma di Gavino Maciocco che, partendo dai tagli alla nostra sanità pubblica, riporta la proposta di un programma in quattro punti per gestire un sistema sanitario nazionale “equo e di qualità”, anche in un periodo di ristrettezza economica.

Occorre ricordare che il settore sanitario ha subito tagli cumulati per circa 31,7 mld e che, ove il Governo non avesse dato corso alla Sentenza Costituzionale n. 187/2012 (in materia di misure di compartecipazione alla spesa sanitaria), i tagli sarebbero stati maggiori fino a arrivare “solo” a circa 35,7 mld”. Questa affermazione della Conferenza Stato Regioni del dicembre scorso inquadra il punto di partenza. Tagli lineari che piano piano consolidano una politica fatta da aumenti del ticket, di tagli alla spesa e di esuberi tra il personale.

Secondo Maciocco il disegno sembra essere molto chiaro: allontanare dal SSN fasce crescenti di utenza e trasferire sempre di più i servizi dal pubblico al privato, con l’obiettivo di creare le condizioni per l’adozione di assicurazioni sanitarie per una grande fascia di popolazione.

Partendo da queste osservazioni, l’articolo prova a mettere sul tavolo quale potrebbe essere un programma in quattro punti per una corretta gestione della sanità pubblica, basato sulle evidenze e che tenga conto della situazione precaria dei conti pubblici.

Il primo punto riguarda la priorità alla prevenzione. La lotta a un gran numero di patologie, per lo più croniche, si può realizzare efficacemente attraverso seri programmi di prevenzione. Le malattie cardiovascolari, il diabete, le malattie respiratorie croniche ostruttive sono globalmente trascurate, nonostante la crescente consapevolezza del peso sulla spesa sanitaria che esse provocano. “Esistono soluzioni molto efficaci e a basso costo per la prevenzione delle malattie croniche; l’incapacità di adottarle è oggi un problema politico, piuttosto che tecnico”.

Il secondo punto riguarda le cure primarie e l’integrazione socio-sanitaria. Secondo Maciocco, che si rifà a un documento del Governo inglese, è necessario ridurre o abbattere le barriere che esistono tra i medici di famiglia e gli ospedali, tra la salute fisica e quella mentale, tra l’assistenza sanitaria e quella sociale. Proprio rompendo tali barriere è possibile fornire ai pazienti cure adeguate e personalizzate in quanto, al centro della cura, non c’è la malattia ma il paziente.

Terzo punto: scegliere saggiamente. Sembra evidente, ma non lo è. Da studi dell’OMS, come riporta l’articolo, tra il 20 e il 40% della spesa sanitaria è futile e non porta ad alcun miglioramento nei pazienti. Per far sì che questo approccio cambi, è necessario creare un clima di fiducia tra medico (o medici) e paziente, in modo da condividere orientamenti diagnostici, terapeutici e assistenziali. In questo modo l’efficacia è maggiore e gli sprechi si riducono.

Ultimo punto, particolarmente sentito nel nostro Paese, è la lotta alla corruzione. Siamo a conoscenza che questo triste fenomeno colpisce tutti i settori della vita pubblica italiana, e la sanità non fa eccezione. Tangenti, appropriazione indebita, appalti truccati, truffe alle assicurazioni, conflitti d’interessi, abusi di influenza sui processi decisionali, clientelismi, favoritismi e nepotismi, sono tutte manifestazioni di una piaga che ci colpisce ogni giorno e in ogni settore. E si fa molto poco per combatterla.

Si potrebbe intanto rendere responsabili le persone, facendo adottare dei codici etici di condotta professionali fin dalla formazione universitaria, in modo da cambiare una mentalità che, purtroppo, si sta radicando sempre più nei nostri comportamenti.

 

Leggi l'articolo di Gavino Maciocco

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